Numero ottantanove lunedì 11 luglio 2011
L’autore si assume pienamente la responsabilità di quanto appresso riportato e solleva totalmente da qualunque onere il blog che lo ospita.
SUPPOSTE DI PRESENTE
Rubrica di pensieri e parole, riflessioni ed osservazioni sul mondo circostante
con lo scopo di far conoscere ai posteri com’era la nostra epoca e cosa si sono persi.
LA CHIAMANO ESTATE
Cari posteri ‘o fatto è chist’, statemi a sentire…
Da parecchi anni, sotto in nostri occhi, si sta consumando un dramma per cui né gli sforzi di volenterose associazioni, né le raccolte di firme per gli appositi referendum e tantomeno lo sciopero della fame di Marco Pannella hanno potuto fare niente.
Avrete già capito, cari posteri, che sto parlando delle “mezze stagioni”, sparite ad un certo momento senza neanche la soddisfazione di assurgere anche solo per un attimo al rango di stagioni “intere”.
Rimasti solo Inverno ed Estate ecco che come ogni anno in questo periodo gli esperti sconsigliano di uscire nelle ore più torride (soprattutto ad anziani, bambini, malati di cuore e pupazzi di neve) mentre i meno esperti esortano viceversa le persone a fissare il campo da tennis dall’una alle tre del pomeriggio e di portare con sé peperonata e vin brulè da consumare avidamente durante una pausa di gioco.
Le statistiche dicono che quest’anno solo un italiano su cinque farà una vacanza, con estremo disprezzo da parte del disonorevole Brunetta verso gli altri quattro che non contenti di essere disoccupati perché non gli va di lavorare, sono addirittura tanto fannulloni da non avere neanche voglia di fare le ferie. (Piccola nota: noi al momento non abbiamo gli strumenti adatti né la tecnologia per risolvere l’enigma di fisica di come un corpo così piccolo riesca a contenere tanta cattiveria e bruttezza interiore).
Ora, cari posteri, vi starete chiedendo come mai vi stia parlando del tempo nonostante la casa editrice Mondadori, di proprietà del Presidente del Consiglio sia stata condannata a pagare 560 milioni di euro per corruzione da versare all’ingegner De Benedetti proprietario di Repubblica… Ebbene no, non sono diventato una filiale del Tg1 ma è semplicemente perché se c’è una cosa più disgustosa, noiosa, riprovevole, mortificante e distruttiva di Berlusconi questa è: parlare di Berlusconi. Bisogna pur farlo, è vero, ma ogni tanto non parlare di lui (come del resto spesso ho fatto da queste pagine) fa bene all’anima, anche perché così come le mezze stagioni tra un po’ sparirà anche il suo mezzo regime. E’ solo questione di tempi tecnici, forse fino alle prossime elezioni nel 2013, ma questa brutta, lunga pagina della nostra storia è al capolinea. “E allora chi ci metti?”. Non lo so, ma di sicuro porsi il problema di chi metterci dopo è meglio di avere il problema di chi c’è adesso!
Ora, cari posteri, vorrei concludere con un appello personale a De Benedetti il quale, introitando la bella somma di oltre mezzo milione di euro, potrà tranquillamente rinunciare alla pubblicazione dell’osceno settimanale “D – la Repubblica delle donne” (allegato il sabato al quotidiano) che ogni settimana pago ma non prendo, conducendo da anni una protesta contro questa deforme creatura editoriale. Esorto i miei contemporanei a fare lo stesso perché in questo paese la mondezza è tanta e Berlusconi, purtroppo, è solo un sacchetto.
Questo, cari posteri, per oggi è tutto. Con affetto
il vostro antenato Claudio Fois
Link consigliato: Renato Brunetta che, da solo, riesce ad essere la peggiore parte del Paese.